Confronto, vantaggi e svantaggi di pesi liberi e macchinari isotonici

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Le macchine isotoniche

Gli attrezzi da palestra, in particolar modo le macchine isotoniche (vale a dire quelle guidate da una struttura ingombrante in grado di accompagnare il movimento secondo traiettorie definite), come ad esempio la chest-press, la leg-curl, la lat-machine, etc., sono di largo utilizzo nelle moderne palestre ed hanno assunto un ruolo fondamentale soprattutto per i neofiti. Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi che si ottengono nell’utilizzarle.

I vantaggi dei macchinari

Questi attrezzi consentono di lavorare su un determinato muscolo in modo specifico, praticamente isolandolo dal resto degli altri muscoli (anche se non sempre possibile in modo completo), cosa che altrimenti sarebbe difficile ottenere con i pesi liberi.

Questa loro particolare peculiarità è utile quando si voglia allenare un distretto muscolare particolarmente carente rispetto al resto del corpo, dunque sproporzionata in negativo.

Le macchine offrono anche una maggiore sicurezza, considerato che viene il pericolo che il peso applicato, come avviene per manubri e bilancieri, cada addosso a chi lo stia sollevando in quel momento oppure alle persone attorno a questo.

Sono senza dubbio di ausilio nell’organizzazione del lavoro quotidiano in palestra per chi, per motivi di pigrizia o di tempo, non voglia perdere attimi preziosi a caricarle con piastre e dischi sparsi per la sala attrezzi.

Molte di queste macchine permettono di eseguire i movimenti seguendo traiettorie prestabilite in base a principi fisiologici universalmente riconosciuti come validi e attestati per non essere pericolosi. Questa caratteristica è utile sia, come già evidenziato, per isolare uno specifico muscolo carente, sia per tutelare i soggetti che non vogliano o non possano per ragioni patologiche effettuare, ad esempio, gravose escursioni articolari altrimenti pericolose quando effettuate con i pesi liberi.

Le macchine isocinetiche sono di grande aiuto non soltanto per le new entry del fitness e del body building ma anche per i professionisti che vogliano definire e concentrare gli sforzi su determinate aree corporee, applicando ai movimenti la giusta dinamica da replicare successivamente con i pesi a carico libero. Il loro impiego consente di allenarsi con minor carico sulle articolazioni, visto che il movimento, oltre ad essere maggiormente sicuro, viene eseguito senza oscillazioni e tremori; in più, la spina dorsale è sollevata da gran parte del carico e per questo viene risparmiata da fastidiosi traumi (ernie del disco tra tutti).

Gli svantaggi dei macchinari

Gli svantaggi non sono molti e si riferiscono a situazioni al limite di non frequentissimo riscontro. Tra tutti vi è la questione sollevata da alcuni trainer secondo cui, essendo gli attrezzi guidati studiati per soggetti standard (cioè dotati di strutture fisiche nella norma), non potrebbero essere utilizzati per allenare persone eccessivamente alte o basse, oppure gravate da particolarità articolari o muscolari perché risulterebbero inefficaci o addirittura pericolosi.

La grande maggioranza di questi attrezzi è di facile utilizzo e intuizione, nonostante ciò alcuni di essi sono particolarmente complessi e un loro utilizzo non consapevole potrebbe farvi ritrovare “incastrati” sotto pesi importanti e leve pericolose.

Oltretutto, l’isolamento del muscolo che s’intenda allenare può fornire ai più pigri una comoda attenuante nel condurre un allenamento poco intenso proprio perché disattento alla gestione del movimento e della traiettoria che inevitabilmente, di contro, porrebbero l’atleta in uno stato di concentrazione maggiore. Questa eccessiva sicurezza può tramutarsi in una scorretta esecuzione relativamente alla velocità o al mancato riscaldamento dovuto alla presunta facilità dell’esercizio guidato. Gli attrezzi isotonici sono appunto molto “ambiti” dai principianti che lasciandosi affascinare da questi strani macchinari potrebbero portare a termine allenamenti inutili perché privi della necessità di concentrarsi sul muscolo quando sarebbe più opportuno impegnarsi in esercizi sinergici.

I pesi liberi

Quando si entra in una palestra l’occhio cade inevitabilmente su due zone che sono convenzionalmente distinte in quasi tutte le sale attrezzi, l’area riservata ai macchinari isotonici e la zona “hard”, per così dire, in cui sono ubicati i pesi liberi e le panche.

Questa distinzione non è solamente frutto di una scelta di gradevolezza visiva ma è soprattutto concettuale, da un lato i pesi liberi sono apparentemente destinati ai più navigati body builder, dall’altro gli attrezzi guidati danno quel tocco di modernità e vengono presi d’assalto davvero da tutti.

I vantaggi dei pesi liberi

L’utilizzo dei pesi liberi rispecchia il modo naturale in cui i muscoli si muovono, in rapporto con la fisiologica capacità delle articolazioni e dei muscoli senza rischiare di traumatizzarli. Naturalmente tutto questo è assodato qualora si utilizzino tutte le precauzioni del caso, ad esempio un adeguato riscaldamento ed una corretta esecuzione.

Utilizzare i pesi liberi assicura senz’altro un netto miglioramento dei volumi corporei globali, naturalmente sotto il profilo muscolare, avendo la sicurezza di andare a stimolare profondamente le zone allenate. Ad esempio, allenando il bicipite con i curl con manubrio, l’escursione del movimento del gomito si combina alla rotazione del polso, e trovare un attrezzo che sia in grado di fornire queste ampie variabili di movimento è quasi impossibile. I pesi liberi, infatti, solo in rari casi, consentono di allenare selettivamente un muscolo, la loro più importante proprietà è appunto quella di coinvolgere distretti muscolari ampi e addirittura più muscoli in una sola volta. In questo senso è difficile che si formi una zona muscolare debole a meno che non vengano completanti gli esercizi in modo scorretto ogni volta o l’allenamento venga mal programmato, gli esercizi con i pesi liberi sono spesso sinergici.

Un vantaggio non strettamente collegato all’aspetto tecnico del loro utilizzo riguarda lo spazio che questi occupano: qualora decidiate di allenarvi nella vostra abitazione e non in una palestra, i pesi liberi costituiti da manubri e bilancieri sono facilmente allocabili e non occupano spazio eccessivo.

La mancanza di supporti e guide nell’esecuzione dei movimenti offre anche ottimi spunti per migliorare la coordinazione e la conseguente percezione del corpo nello spazio. In pratica, non essendoci le traiettorie guidate dai macchinari, i muscoli sono costretti non solo a sollevare il peso opponendosi alla forza di gravità ma anche a controllare il movimento senza fare scatti e limitando le oscillazioni. I manubri e i bilancieri aiutano i muscoli a ottenere una capacità propriorecettiva di rilievo, vale a dire che all’interno dei muscoli si trovano alcune cellule che hanno il compito di inviare informazioni sulla loro posizione e sulla lunghezza raggiunta.

Gli svantaggi dei pesi liberi

I “lati oscuri” dei pesi liberi non sono comunque sottovalutabili. I pesi liberi possono essere fonti di pericolo se, per diversi motivi, dovessero rovinarvi addosso (o a voi o ad uno dei presenti). Qualora si stesse utilizzando un carico troppo elevato, la caduta del peso su alcune zone del corpo risulterebbe non controllata e soprattutto non rallentabile (come avviene nelle macchine isocinetiche).

Una nota dolente ulteriore è riservata al tempo necessario per organizzare il lavoro con gli attrezzi a carico libero ed i pesi manuali, bisogna rinvenire piastre, bilancieri e manubri e posizionarli nella giusta posizione prima di effettuare serie e ripetizione, senza dimenticare di riporli al proprio posto una volta terminata la seduta. Questo non soltanto vi toglierà del tempo ma, rispettando i tempi di recupero previsti dalla scheda di allenamento, non riuscireste a riposarvi realmente in queste brevi pause.

Offrendo maggiori escursioni articolari, i pesi libero non soltanto facilitano la cognizione del proprio schema corporeo ma sottopongono gli atleti a rischi maggiori riguardo lo stress a cui le stesse articolazioni si sottopongono per questa ragione.

Ecco che diventa fondamentale l’assoluta consapevolezza della migliore esecuzione possibile dell’esercizio preso in esame.

Questo avviene perché quando le articolazioni compiono un atto ai limi, sia in rotazione che in flessione, il muscolo non è in grado di sostenere adeguatamente l’attrezzo, giungendo in quella che viene definita “zona morta”.