Cosa è la disfagia e come si può gestirla

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La deglutizione è un processo complesso e può capitare che alcune persone perdano la capacità di farlo correttamente. La disfagia, la difficoltà nel deglutire, è una condizione abbastanza comune tra gli anziani. Può portare a malnutrizione, disidratazione, polmonite da aspirazione e persino alla morte. I cambiamenti fisiologici, così come altre malattie legate all’età, sono fattori che possono portare allo sviluppo di questa malattia.

Però, esistono diversi trattamenti naturali, che vanno una corretta postura, ai cambiamenti nella dieta ed esercizi oralo-motori. È bene conoscere quali sono i trattamenti e contattare un logopedista per aiutarti.

Cos’è la disfagia

La disfagia è essenzialmente la difficoltà nella deglutizione. Le persone con problemi anatomici o fisiologici nella bocca, nella faringe, nella laringe e nell’esofago possono mostrarne segni e sintomi. Inoltre, questa contribuisce a molti cambiamenti negativi dello stato di salute, incluso un aumento del rischio di malnutrizione e polmonite.

Quando deglutisci, il cibo e i liquidi si muovono dalla bocca verso la parte posteriore della gola, poi attraverso l’esofago e nello stomaco. Le persone affette da questa patologia hanno problemi con qualsiasi stadio di questo normale processo. Se non si riesce ad ingoiare la saliva, il cibo potrebbe bloccarsi in gola, causando soffocamento.

Segni e sintomi associati alla disfagia possono includere:

  • Dolore durante la deglutizione
  • Non essere in grado di deglutire
  • Rigurgito
  • Sensazione di cibo bloccato in gola o dietro lo sterno
  • Sbavare
  • Raucedine
  • Bruciore di stomaco
  • Acido in gola
  • Tosse o soffocamento durante la deglutizione

La disfagia compare spesso a seguito di un ictus. Molti pazienti riprendono la loro capacità di deglutire spontaneamente entro il primo mese dall’evento. Tuttavia, alcuni hanno difficoltà per oltre i sei mesi. Ciò può portare ad uno stato di malnutrizione, e dunque debolezza fisica o un livello alterato di coscienza.

La polmonite post-ictus è un’altra infezione comune che colpisce fino a un terzo dei pazienti che ne hanno subito uno. È anche la principale causa di morte dopo l’ictus. Si ritiene che la maggior parte delle polmoniti di questo tipo derivino dalla disfagia e dall’aspirazione involontaria di cibo o liquidi.

Cause e fattori di rischio

La fisiologia della deglutizione cambia con l’età. La diminuzione della massa muscolare e dell’elasticità del tessuto connettivo si traducono in perdita di forza e raggio di movimento. Questi cambiamenti possono avere un impatto negativo sul regolare flusso dei materiali ingeriti attraverso il tratto aerodigestivo superiore. Oltre ai sottili cambiamenti motori, il declino correlato all’età dell’umidità orale, della nitidezza del gusto e dell’olfatto possono contribuire a ridurre la capacità di deglutizione negli anziani.

Inoltre, le malattie legate all’età sono fattori importanti per la presenza e la gravità della disfagia. Possono causarla delle disfunzioni neurologiche. Le cause più comuni sono l’ictus e la demenza. Altre condizioni che possono causarla sono:

  • Morbo di Parkinson
  • Trauma cranico
  • Paralisi cerebrale
  • SLA
  • Sclerosi multipla
  • Paralisi sopranucleare progressiva
  • Malattia di Huntington
  • Miastenia grave

La disfagia è un sintomo comune nella demenza. Si stima che fino al 45% dei pazienti con demenza diagnosticata abbiano un certo grado di difficoltà nella deglutizione. Più comunemente, questi mostrano un rallentamento nel processo di deglutizione.

Altre cause di disfagia includono l’esofago ristretto, un tumore esofageo, un blocco alla gola o all’esofago, reflusso gastroesofageo e secchezza nella bocca. Allergie alimentari, tessuto cicatriziale, spasmi nell’esofago, diverticoli faringei, cancro e radioterapia sono altre cause.

Trattamenti medici

  • Farmaci. I farmaci orali prescritti o i corticosteroidi sono talvolta usati per la disfagia associata al reflusso gastroesofageo. Questi possono essere utilizzati anche per rilassare l’esofago e ridurre il disagio.
  • Chirurgia. La chirurgia può essere utilizzata per i casi di tumore esofageo, diverticoli faringei o acalasia.
  • Alimentazione a tubo. Se non è possibile deglutire in modo sicuro e senza problemi, o se la funzione di deglutizione non permette abbastanza nutrizione o idratazione, potrebbe essere necessaria.
  • Dilatazione esofagea. La dilatazione esofagea è per le persone con uno sfintere esofageo troppo stretto. Il medico può utilizzare un endoscopio con un palloncino speciale per espandere la larghezza dell’esofago.

6 trattamenti naturali per la disfagia

Il trattamento per la disfagia dipende ovviamente dalla causa. Il trattamento non è adatto a tutti. I logopedisti svolgono un ruolo centrale nella gestione dei pazienti affetti dalla malattia. Questi possono utilizzare un’ampia gamma di strategie di intervento, incluse tecniche compensative e tecniche di riabilitazione. Queste possono suggerimenti a breve termin, cambiamenti alimentari o ambientali. L’obiettivo è quello di rispettare i bisogni di nutrizione e idratazione fino a quando il paziente può farlo da solo.

1. Regolare la postura

Gli aggiustamenti posturali sono cambiamenti che possono essere raccomandati per ridurre l’aspirazione involontaria del cibo, permettendo al paziente di deglutire in sicurezza.

In generale, questi sono intesi come trattamenti a breve termine che vengono usati per ridurre le possibilità di aspirazione e soffocamento. Un logopedista può indicare quali accortenze bisogna seguire.

2. Manovre di deglutizione

Le manovre di deglutizione possono affrontare diversi problemi della disfagia. Degli esempi comprendono la deglutizione sopraglottica (trattenere il respiro, inghiottire e poi tossire delicatamente), la deglutizione superpraglottica (trattenere il respiro, portare giù, inghiottire e poi tossire delicatamente), o deglutire con maggiore forza.

3. Liquidi addensati

Gli ospedali e le strutture di assistenza a lungo termine utilizzano spesso i liquidi addensati come intervento per trattare la disfagia. Possono aiutare a controllare la velocità, la direzione e la consistenza del cibo masticato. Ci sono risultati variabili negli studi fatti per scoprire quale funzioni meglio.

In generale, maggiore è la viscosità, più lento è il movimento del liquido, che rende più facile la deglutizione. Uno meno viscoso viene utilizzato per una disfagia lieve. Quelli più densi sono usati per gestire forme più gravi.

4. Esercizi per la lingua, le labbra e la mascella

Questi esercizi sono progettati per aumentare la gamma di movimento dell’apparato orale. Ciò può naturalmente aiutare nella deglutizione. I trattamenti comprendono la stimolazione delle azioni delle labbra, della mascella, della lingua, del palato molle, della faringe, della laringe e dei muscoli respiratori. La gamma di esercizi di movimento aiuta per i danni strutturali o ai tessuti.

5. Modifiche alla dieta

La dieta è una parte fondamentale della gestione della disfagia. Modificare la consistenza del cibo può renderlo più facile da inghiottire. Potrebbe essere utile tagliare o frullare i cibi solidi. Anche mangiare pasti più piccoli e più frequenti può essere un aiuto, e persino cambiare la temperatura dei pasti.

Quando si tratta di modificare la dieta, i logopedisti consultano spesso un dietologo per assicurarsi che il paziente possa soddisfare pienamente le sue esigenze nutrizionali.

6. Agopuntura

Gli studi suggeriscono che l’agopuntura possa aiutare le persone che hanno difficoltà a deglutire a causa di un ictus. Infatti questa terapia è spesso utilizzata nei pazienti in fase di recupero da questo.

Precauzioni

È importante consultare un medico se hai difficoltà a deglutire o non ci riesci affatto. Se non riesci a respirare a causa di un’ostruzione alimentare, chiama immediatamente l’ambulanza.

Per richiedere assistenza medica per la disfagia potresti far riferimento ai seguenti specialisti:

  • Otorinolaringoiatra: tratta problemi dell’orecchio, del naso e della gola.
  • Gastroenterologo: tratta i problemi dell’apparato digerente.
  • Neurologo: tratta i problemi del cervello, del midollo spinale e del sistema nervoso.
  • Logopedista.