Come funziona l’agopuntura tra verità e suggestione

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Tutti noi abbiamo almeno una volta sentito parlare di agopuntura. Come tutte le usanze e le pratiche che provengono dall’oriente, anche l’agopuntura è dotata di un fascino che naturalmente ci attrae e incuriosisce. Nonostante questo o proprio per questo, sappiamo ancora ben poco sulla pratica in sé, sulla sua storia, sul suo funzionamento e sui suoi benefici. Può essere quindi una buona idea esplorarne le caratteristiche e scoprire ciò che di vero si nasconde dietro la suggestione.

Partiamo da una definizione di base: il termine agopuntura indica un complesso di metodologie terapeutiche alternative che rientrano nel più vasto ambito della medicina tradizionale cinese. Tuttavia, l’agopuntura non si lascia ridurre facilmente a un mero insieme di tecniche. Investe, invece, una ben più ampia e articolata concezione della salute, del benessere e del soggetto.

Prima di andare avanti nel nostro approfondimento, dobbiamo introdurre un importante concetto, quello del qi. La salute e il benessere si identificano con uno stato di equilibrio del nostro corpo, il quale è dovuto alla circolazione del qi, l’energia vitale.

Di conseguenza, la malattia viene causata da alcuni scompensi nel flusso corporeo del qi, i quali generano accumuli e carenze di energia.

L’agopuntura, che, come la parola stessa suggerisce, consiste nell’inserimento di aghi in degli specifici punti del corpo, entra in gioco proprio quando è necessario ristabilirne l’equilibrio, che si ottiene tramite una corretta circolazione del qi.

L’agopuntura ha avuto origine all’interno della complessa e affascinante storia della medicina tradizionale cinese e ne costituisce, insieme alla dieta, alla fitoterapia, alla massoterapia e alle ginnastiche psicofisiche, una delle cinque componenti principali.

Non è raro che l’agopuntura venga impiegata come rimedio alternativo insieme ad altre tecniche, come ad esempio la pratica della coppettazione.

Origini dell’agopuntura, tra leggende e realtà

L’agopuntura non ha un’origine certa. Vi sono dei primi riferimenti scritti in un antico testo cinese, l’Huangdi Neijing, compilato fra il quarto e il terzo secolo a.C., ma vi sono anche miti di fondazione e testimonianze di natura archeologica.

Secondo la tradizione, alcuni soldati erano stati guariti da malanni dopo essere stati feriti in battaglia da delle frecce che li avevano colpiti in certi punti del corpo. Per quanto riguarda testimonianze archeologiche invece, sono stati ritrovati dei particolari tipi di pietre affilate, chiamate bian shi, che si datano almeno al Neolitico. Ciò suggerirebbe che delle varianti dell’agopuntura esistessero già nell’età della pietra. Tuttavia il Canone di Medicina Interna, l’Huangdi Neijing, rappresenta un vero e proprio spartiacque, dopo il quale si pensa che gli aghi in pietra e osso siano poi stati sostituiti con aghi di metallo.

Dalla Cina, nei secoli l’agopuntura si è diffusa in diverse zone dell’Asia, corrispondenti oggi alla penisola coreana, alle isole nipponiche, al sud-est asiatico e alla penisola indiana. Talvolta, ha anche assunto nomi e metodologie diverse, fino alla grande diffusione nel mondo occidentale dovuta principalmente ai gesuiti e avvenuta nel XVII secolo.

Entriamo nello specifico: l’agopuntura fra il qi e i meridiani

Torniamo al qi e alle sue proprietà. Secondo la medicina tradizionale cinese, alla base delle leggi che regolano l’universo sta l’energia, intesa come una sorta di motore capace di animare tutti i fenomeni del cosmo. Variamente tradotto come soffio, energia vitale, fluido, in cinese una sola parola esprime questo concetto così semplice eppure così profondo. Come abbiamo visto, si tratta proprio del qi.

La circolazione del qi all’interno del nostro corpo quindi, non è di per sé un fenomeno esclusivo. In quanto esseri umani, siamo un microcosmo che è soggetto alle stesse leggi dell’universo, il macrocosmo. Alla base c’è quindi proprio questo concetto di energia come flusso costante che anima macrocosmo e microcosmo.

Il qi scorre lungo tutto l’organismo attraverso dei canali che vengono chiamati meridiani e che collegano gli organi interni, luogo di produzione dell’energia, con il resto del corpo. È tramite queste particolari vie che sono disposti i punti dove viene esercitata l’agopuntura. Si tratta, in particolare, dei luoghi ove affiora l’energia che scorre all’interno dei meridiani: i punti, quindi, su cui bisogna agire per riportare all’equilibrio l’organismo.

Le teorie degli agopunturisti maggiormente acceditate indicano 12 merdidiani che percorrono il corpo sia in verticale che in orizzonale, bilateralmene e soprattutto simmetricamente.

Ogni canale interno sarebbe collegato ad un organo (detto zang fu). Esistono di conseguenza 6 canali yin e 6 canali yang, 3 yin e 3 yang per braccio e lo stesso dicasi per le gambe. Le loro zone di azione e pertinenza sono le seguenti:

  • i tre canali yin della mano che si riferiscono a polmone, pericardio e cuore, partono dal petto e percorrono la parte interna del braccio fino a giungere alla verso la mano;
  • i tre canali yang della mano che si riferiscono a intestino crasso, san jiao e intestino tenue, partono dalla mano e percorrono la parte esterna del braccio, verso la testa;
  • i tre canali yang del piede che si riferiscono a stomaco, cistifellea e vescica, partono dal volto, nella regione dell’occhio e percorrono la parte esterna della gamba, verso il piede;
  • i tre canali yin del piede che si riferiscono a milza, fegato e reni, partono dal piede e percorrono la parte interna della gamba, verso il petto o il fianco.

Il flusso del qi comprende una via interna ed una esterna. La via esterna è quella più comunemente nota perché più volte illustrata sulle mappe per l’agopuntura e si trova in superficie. L’agopuntura si attua agendo soltanto sui percorsi esterni poiché quelli interni entrano nelle profondità del corpo e arrivano agli organi di riferimento.

L’agopuntura e i suoi benefici

Oggi, la stimolazione di specifiche zone della pelle attraverso degli aghi metallici trova impiego principalmente come terapia del dolore, intervenendo nel trattamento di cefalee, dolori post-traumatici e problemi articolari o muscolari. Inoltre, l’agopuntura viene di frequente impiegata anche in caso di disturbi che coinvolgono tutta la persona, quali insonnia, depressione e stress. Si tratta di disturbi diversi, che tuttavia sono accomunati dalla filosofia alla base dell’agopuntura riguardo gli scompensi nella circolazione del qi.

Per esempio, nei casi di interventi chirurgici recenti studi hanno notato che una stimolazione di specifici punti tramite aghi ha degli effetti positivi che portano alla riduzione della nausea successiva. In altri casi, soprattutto per quanto riguarda la fame nervosa o il vizio del fumo, l’attività dell’agopuntore può portare all’annullamento del desiderio e della tentazione.

Naturalmente, serve che ci sia una precisa volontà della persona che sta cercando di smettere di fumare o di mangiare in modo compulsivo.

Oltre alla funzione di calmante del dolore, di risoluzione dei disturbi conosciuti come “esaurimento nervoso” e di annullamento delle dipendenze, l’agopuntura è efficace anche in patologie quali:

  • lombalgie
  • sciatalgie
  • ipertensione arteriosa
  • disturbi del ciclo mestruale
  • disturbi del sonno

Come vediamo quindi, l’agopuntura risulta essere molto di più di un semplice insieme di metodologie terapeutiche. È un approccio che si basa su un preciso modo di concepire il rapporto fra il corpo e il mondo che lo circonda e, soprattutto, la relazione fra i propri organi interni e il flusso di energia che li attraversa. Nei confronti della salute e del benessere di chi ne ha bisogno, invece, diventa uno strumento capace di regolare e riportare all’equilibrio la fisiologia dell’organismo umano.

Dal disturbo alla persona: chi può sottoporsi all’agopuntura

In alcuni ambiti, lo sappiamo bene, l’espressione medicina alternativa fa storcere più di qualche naso. La prima domanda, anche giustificata, che viene in mente riguarda la stessa dicitura: alternativa a cosa? Alla medicina ufficiale, occidentale, basata sul sistema di cui tutti siamo a conoscenza. Per quanto non sia totalmente sbagliato, è un modo parziale di porre la questione. E non soltanto per i benefici accertati che riguardano l’utilizzo di questa particolare sfera della medicina tradizionale cinese.

La parola -alternativa- può anche inserirsi in contesti in cui sia necessario rivolgersi o integrare la medicina ufficiale (in numerose strutture pubbliche è infatti ammessa e considerata come medicina integrata).

L’utilizzo dell’agopuntura diventa molto utile per coloro che, a causa di un particolare disturbo, dovrebbero assumere diversi farmaci contemporaneamente, ma non possono per svariate ragioni. Per esempio, in gravidanza o in caso di patologie croniche, assumere molti farmaci è altamente sconsigliato. In frangenti come questo, l’agopuntura diventa davvero un’alternativa a un sistema che porta con sé diversi rischi. Inoltre, anche chi fa sport e una discreta attività fisica può beneficiare molto da questa pratica, perché la stimolazione di alcuni punti cutanei porta dei benefici a tutto il processo metabolico.

Dalla persona allo Stato: l’agopuntura in Italia

Nonostante si sia diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo, in molti di questi non esistono requisiti legali riguardanti l’istruzione di chi pratica l’agopuntura. Da una parte abbiamo la Cina, con i suoi Centri di Formazione Internazionale in Agopuntura riconosciuti nel 1976 dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Dall’altra, Stati in cui potenzialmente chiunque può esercitare un’attività da agopuntore. Da qualche parte in mezzo a questi due estremi si trova l’Italia.

Ritenuta nel nostro Paese una fra le medicine e pratiche non convenzionali rilevanti dal punto di vista sociale, soprattutto per le indicazioni del Parlamento Europeo e per i numeri di chi vi fa ricorso, l’agopuntura può essere esercitata soltanto da medici e veterinari. In particolare, una sentenza del 1982 della Corte di Cassazione sancisce che agopuntura, fitoterapia e omeopatia costituiscono un’attività riservata e di esclusiva competenza e responsabilità di medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti, ciascuno per il proprio ambito.

Ciò avviene perché, nonostante le ricerche e gli studi condotti, l’agopuntura in quanto atto sanitario necessita prima di tutto di una corretta diagnosi, come per qualsiasi pratica medica. Naturalmente, può succedere che ci si imbatta in centri dove il medico fa da prestanome per l’eventuale agopuntore cinese. Situazioni di questo tipo sono da considerarsi illegali. In Italia, possono praticare l’agopuntura anche medici stranieri, dopo aver superato uno specifico esame di stato.

Con la rapida diffusione dell’agopuntura, soprattutto negli ultimi decenni, nel nostro Paese sono stati istituiti diversi corsi di formazione, che devono essere seguiti da tutti i soggetti che vogliono praticarla, organizzati dall’AIAM – Associazione Italiana di Agopuntura-Moxibustione e Medicina Tradizionale Cinese. Questa attenzione, sia della società italiana sia del mondo medico, sfortunatamente non va di pari passo con la normativa, che a oggi risulta ancora confusa e per niente chiara.

Proprio per questo, dal momento che molte strutture iniziano a occuparsi anche di agopuntura fra le altre metodologie di trattamento, negli ultimi tempo si cerca di colmare questo vuoto normativo. Vi sono per esempio varie leggi in discussione in

Parlamento con lo scopo di proporre dei registri degli Agopuntori consultabili dal pubblico. Il focus delle Istituzioni e i risultati conseguiti dall’agopuntura ridefiniscono così il concetto di medicina alternativa.

Conclusione: qual è il futuro dell’agopuntura

L’agopuntura è il perfetto esempio di come un complesso di metodologie terapeutiche alternative può entrare in contatto con la cosiddetta medicina ufficiale, senza per forza entrarvi in contrasto. La differenza fra i due tipi di medicina riguarda tanto il concetto di malattia quanto le strade per arrivare alla cura. Se la medicina occidentale cura il disturbo e solo quello, per la medicina tradizionale cinese, e quindi anche per l’agopuntura, è soprattutto l’equilibrio dell’organismo che va ristabilito. È una differenza anche di linguaggio, oltre che disputa fra concetti.

Il risultato è che, nonostante molti studi abbiano dimostrato che se saputa eseguire l’agopuntura risolve moltissimi problemi che possono colpirci, ancora non si sia riusciti a comprendere bene il perché. Ma forse questo è un falso bisogno perché una spiegazione esiste di già: il nostro equilibrio dipende dall’energia, il qi, che scorre dentro di noi.

Questo è il fine dell’agopuntura: aiutarci a ristabilire quell’equilibrio spesso disturbato dai malesseri che ci affliggono e renderci, ancora una volta, un vero e proprio microcosmo.