Eseguire un tatuaggio di questo tipo richiede molta pazienza e particolare talento da parte del disegnatore nel riprodurre soggetti spesso simmetrici e ricchi di dettagli decorativi anche molto difficili da riprodurre. A questo proposito abbiamo voluto parlarne con il massimo esperto di questa tecnica, considerato il precursore del tatuaggio ornamentale in Italia e all’estero: Marco Manzo, tatuatore di fama internazionale e artista poliedrico attivo nel mondo dell’arte contemporanea e del tatuaggio grazie anche ai moltissimi premi e attestati di stima riconosciuti nelle convention di settore e dalle autorità ed istituzioni del mondo dell’arte, autore di un Manifesto artistico dal titolo ORNA-MENTALE, primo manifesto del tatuaggio come forma d’arte.
Tatuaggio Ornamentale: da dove proviene?
Tra le ispirazioni di maggiore rilievo e prestigio troviamo indubbiamente la tradizione dei mandala, dei gioielli dell’Epoca Vittoriana, dei Mehndi ben auguranti dell’Africa mediterranea e dell’India e delle lavorazioni dot work; ed ancora, il pizzo veneziano , il macramè, il dentelle ed il ricamo , i dipinti parietali egizi, le incisioni rupestri, le architetture veneziane, quelle barocche di Noto, le geometrie ipnotiche, ed ancorai i sofisticati pendenti dei lampadari in stile vittoriano.
Tra le zone del corpo in cui viene prediletto questo stile, troviamo moltissime richieste per: gambe, caviglie, avambraccio, sterno, sottoseno e soprattutto la schiena.
La parola all’esperto: Marco Manzo
“Il tatuaggio ornamentale è oramai divenuto anche simbolo di libertà ed emancipazione femminile. Non soltanto poiché come ogni tatuaggio rappresenta la libera scelta da parte della donna di decorare il proprio corpo, ma anche perché spesso viene riprodotto quello che è specchio del proprio retaggio culturale (per esempio una giovane ragazza italiana che sceglie di tatuare sulla propria pelle antichi pizzi veneziani che possano ricordare la tradizione antica e millenaria delle donne italiane intente nella sacra arte del ricamo) quasi a monito e a ricordo della condizione femminile, ma anche e soprattutto come un filo, rimanendo nel tema della tessitura, che non si spezza ma continua attraverso le diverse epoche a riprodursi in modalità differenti ma sempre al fine di celebrare ed innalzare la figura femminile.
Dunque vengono riprese tutte quelle tematiche legate proprio al ricamo, al macramè, alle differenti tecniche provenienti da tutto il mondo in quello che è un messaggio universale anche contro la violenza sul genere femminile. Una nuova riconoscibilità che prende vita e forma attraverso culture passate ma mai spente, un cambiamento ed il raggiungimento di un obiettivo di libertà, una donna libera ed emancipata che può decidere per sè stessa, senza condizionamenti:
Il tatuaggio, tra l’altro, è stato sempre simbolo anche per i giovani di crescita e di decisione personale”
Un connubio di elementi provenienti dal passato che divengono simbolo di cambiamento femminile nell’ottica di un nuovo concetto di donna libera ed emancipata che “ricorda”.
Il tatuaggio ornamentale vede come protagonista la donna che diviene non più il soggetto da rappresentare, ma la forma d’arte stessa, elevata alla sua massima bellezza.
Negli ambienti della cultura italiana e non solo, Marco Manzo è riuscito nell’intento di portare il tatuaggio a divenire una forma d’arte a tutti gli effetti riconosciuta e riconoscibile dalle Istituzioni. In particolare per quanto riguarda il tatuaggio ornamentale, ricordiamo l’illustre lavoro condotto in occasione della Biennale di Venezia.
Manzo ha realizzato anche monumenti contro la violenza sulle donne presso il comune di Nemi, seconda volta in cui, grazie alle sue opere, il tatuaggio è entrato a pieno titolo nei monumenti pubblici: il tatuaggio di Manzo rende la donna icona di eleganza e raffinatezza universale, come decretato dall’Alta Moda Roma, con l’evento Tattoo d’Haute Couture al museo MAXXI che l’ha visto protagonista.