Tingere i capelli in modo naturale: il potere dell’Hennè e delle altre erbe tintorie

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Moltissime sono al giorno d’oggi le persone che ricorrono all’uso di tinture per capelli, per modificare in modo più o meno radicale il proprio look o per necessità di coprire i capelli bianchi. Gran parte delle tinte presenti in commercio, però, contengono sostanze chimiche di sintesi e possono risultare particolarmente aggressive e dannose sia per la cute che per il capello (oltre che inquinanti per l’ambiente), soprattutto in seguito ad utilizzi ripetuti, necessari per mantenere il colore sempre vivo e brillante. Ad esempio, una tra le sostanze più pericolose presenti nelle colorazioni permanenti per capelli (dette “ad ossidazione”) è il PPD (parafenilendiammina), ad azione fortemente allergizzante, che può scatenare reazioni avverse dopo l’uso quali prurito, arrossamento, bruciore e desquamazione della cute; in casi più gravi gli effetti possono essere generalizzati ed includere asma o coma, ed è possibile una sensibilizzazione in seguito all’uso ripetuto del prodotto. Da non tralasciare anche il fatto che spesso c’è bisogno dell’aiuto di un esperto per poter ottenere un buon risultato, e bisogna poi ricordarsi di usare prodotti cosmetici formulati specificatamente per capelli trattati con tinte chimiche; tutto ciò comporta inevitabilmente  un notevole spreco di denaro.

Non tutti sanno, però, che la natura ci offre una valida ed economica alternativa a tutto questo.

Esistono, infatti, erbe dotate di potere tintorio che non solo non danneggiano il capello e la cute, ma, al contrario, presentano anche notevoli proprietà curative. Il loro utilizzo è molto semplice e può essere effettuato da ogni persona nella comodità di casa propria, bastano solo pochi e semplici accorgimenti ed i risultati saranno molto apprezzati.

Cosa è l’Hennè

Quando si cercano alternative alle tinte chimiche per poter colorare i capelli in modo naturale, spesso ci si imbatte in prodotti che riportano sul packaging scritte come “hennè nero”, “hennè rosso”, ”hennè biondo”, ”hennè castano” e così via. Tutte queste denominazioni sono, però, improprie, e servono solamente per catalogare il prodotto ai fini commerciali e per poter far capire al consumatore in modo semplice ed immediato che tipo di colorazione o riflesso si andrà ad ottenere con quel particolare prodotto.

Esso potrà anche essere costituito da una miscela di due o più sostanze naturali che andranno ad agire in modo sinergico per ottenere uno specifico risultato.

L’hennè propriamente detto, infatti, è uno soltanto, ovvero sono le foglie secche e polverizzate di una pianta chiamata Lawsonia Inermis, e colora di rosso, con toni variabili dai caldi ai freddi, ovvero rosso rame, rosso mattone o rosso ciliegia.

Ciò dipende da molteplici fattori, che includono il paese di provenienza della polvere, le tecniche di coltivazione e raccolta della pianta, ed il modo in cui viene preparato o miscelato, oltre che, ovviamente, dalla base di partenza dei nostri capelli.

Discorso a parte deve essere fatto per l’hennè presente in commercio come “hennè neutro”. Tale prodotto, infatti, non colora i capelli ed è tipicamente composto da foglie polverizzate di Cassia (anche detta Senna), della specie Obovata o Italica.

L’hennè nero, invece, è composto da foglie di Indigofera tinctoria, e tinge di una colorazione di per sé tendente al blu, ma che diventa nero se applicato su capelli castani.

L’hennè vero e proprio, quindi, è costituito solamente dalle foglie secche e successivamente ridotte in  polvere (più o meno fine) di Lawsonia Inermis: così lo ritroveremo riportato sull’ INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) del prodotto.

Si tratta di un arbusto spinoso appartenente alla famiglia delle Lythraceae, originario dei paesi del Nord Africa, dell’Iran ed India occidentale, ampiamente coltivato in tutto il bacino del Mediterraneo orientale. La sua altezza è di circa un metro e possiede profumati fiori di color bianco-rosa. La corteccia è biancastra e i rami glabri quadrangolari e cilindrici. Le foglie sono oblunghe o lanceolate, ad apice acuto o lievemente bilobato. Il frutto è una capsula globosa di colore scuro con all’interno alcuni semi. La droga è costituita dalle foglie, che si raccolgono per tutto l’anno a partire dal terzo anno di età, si prediligono le foglie lunghe e larghe circa 1 cm, si fanno essiccare al sole e successivamente si conservano al riparo dall’umidità e dalla luce, per poi essere macinate finemente. Le foglie sono ricche di principi attivi, tra cui polifenoli, tannini, resine, olio essenziale, acidi grassi e sostanze coloranti.

Le sue proprietà tintorie e terapeutiche sono note sin dall’antichità, come dimostrano alcune scoperte sulle mummie dell’antico Egitto. Spesso utilizzato dai popoli arabi anche per rituali religiosi e cerimonie matrimoniali, come simbolo beneaugurante per le donne, oltre che per eseguire tatuaggi temporanei rossastri sulla pelle di mani e piedi (mehndi) e per la cura dei capelli.

Dalle foglie opportunamente essiccate e triturate si ottiene una polvere dal colore giallo-verde, dotata di spiccate proprietà terapeutiche (in particolar modo, antisettiche ed astringenti) e tintorie, utilizzabile anche per la colorazione dei tessuti e del legno.

Hennè per i capelli: azione tintoria e curativa

L’hennè come cosmetico per capelli è utilizzato principalmente come colorante, sfruttandone le proprietà tintorie, dovute alla presenza nelle foglie di un pigmento rosso-arancio noto come lawsone (o acido hennotannico / ossinaftochinone). Maggiore sarà il contenuto di pigmento, maggiore sarà il potere tintorio. Tale molecola è in grado di legarsi chimicamente alla cheratina dei capelli in modo permanente: l’hennè è l’unica tra le erbe tintorie ad avere questa capacità. In questo modo, l’hennè stratifica sul capello, rendendolo più robusto. I capelli risulteranno, perciò, più spessi, lucidi e voluminosi. Inoltre, agendo anche sul cuoio capelluto, l’hennè è in grado di stimolare la crescita dei capelli. E’ molto utile, quindi, per persone con capelli sottili, fragili e sfibrati, che desiderano maggior volume e corposità. Il meccanismo di azione dell’ hennè è, pertanto, completamente diverso da quello delle tinte chimiche comuni. Esse, infatti, per poter modificare il colore dei nostri capelli, hanno bisogno di un ambiente alcalino (creato da ammoniaca o altre sostanze) necessario ad aprire le squame della cuticola del capello e a far penetrare i pigmenti coloranti al loro interno. In tal modo, la struttura del capello è completamente alterata. Tale meccanismo inevitabilmente aggredisce e rovina i nostri capelli, rendendoli fragili e sfibrati, anche se in un primo momento possono sembrare sani e morbidi: attenzione! Questo è solamente un effetto momentaneo e illusorio creato dai siliconi presenti della tinta chimica. 

L’hennè, al contrario, avvolge il fusto del capello come se fosse una guaina protettiva. In tal modo, ripetendo più volte il trattamento a distanza ravvicinata, il diametro del fusto risulterà visibilmente aumentato. Tale tecnica è detta stratificazione, e viene tipicamente usata anche da chi vuole ottenere un colore più deciso, tendente al rosso freddo.

Come conseguenza di ciò, l’hennè non potrà mai schiarire il colore del capello di partenza, ma tingere tono su tono.

Sui capelli bianchi o biondi, quindi, il colore risulterà aranciato; sui capelli castani si otterranno riflessi rossastri più o meno marcati, in base al colore iniziale e alla qualità della polvere, e caldi (ramati) o freddi (ciliegia) in base al modo in cui è stato miscelato o preparato il composto; sui neri si potranno osservare minimi riflessi alla luce del sole. L’hennè quindi non deve essere utilizzato da chi vuole schiarire il proprio colore di partenza: non avverrà mai.

Sul cuoio capelluto, l’hennè svolge anche un’importante azione antimicrobica e seboregolatrice, utile quindi anche come trattamento antiforfora.

Come si prepara l’hennè

L’hennè per capelli si presenta come una polvere finissima che forma a contatto con l’acqua una crema morbida e senza grumi, che potrà essere applicata sui capelli umidi o asciutti come una normale tinta. Importantissimo leggere l’etichetta del prodotto, che in INCI, se puro, deve riportare solo la dicitura Lawsonia inermis leaf powder. Sul commercio infatti sono presenti prodotti non naturali al 100%, in cui è stato addizionato picramato di sodio (sodium picramate), un colorante sintetico che permette di ottenere un rosso più intenso ed in pose molto più brevi, ma potenzialmente allergizzante.

Importante ricordare che i capelli devono essere puliti prima di applicare la crema, altrimenti il grasso accumulato sul fusto funge da barriera ed impedisce al lawsone di legarsi al capello.

La crema può essere preparata usando solo Lawsonia e acqua (calda, tiepida o fredda), oppure infusi (esempio: tè nero, camomilla, karkadè), aggiungendo eventualmente altre polveri tintorie o ayurvediche in diverse percentuali a seconda del risultato desiderato.

Possono essere aggiunte anche sostanze idratanti, come miele, zucchero, gel d’aloe o gel di amido di mais, o sostanze acide (succo di limone) o basiche (bicarbonato), per ottenere riflessi rispettivamente caldi o freddi.

Se si utilizza acqua a temperatura ambiente, è preferibile aggiungere succo di limone e ricorrere alla tecnica dell’ossidazione per aumentare il potere tintorio, ossia bisognerà lasciar riposare il composto per molte ore (anche un’intera notte) prima di applicarlo, favorendo in questo modo il rilascio del pigmento. Al contrario, se si utilizza acqua calda lo si può applicare subito, poiché il rilascio è rapido, favorito dalle alte temperature. Solo la lawsonia necessita di ossidazione, quindi eventuali aggiunte di erbe devono essere fatte dopo l’ossidazione, poco prima di applicare la crema sui capelli. Bisogna ricordare di non aggiungere oli o altre sostanze grasse, in quanto tendono ad inibire il potere tintorio.

Dopo aver preparato la miscela, la si può applicare sui capelli precedentemente lavati (con shampoo senza siliconi, non usare balsamo), umidi o asciutti, usando guanti e applicandolo su ogni ciocca. Al termine, coprire il tutto con pellicola o con una cuffietta da doccia ed eventualmente un asciugamano o un cappello di lana per tenere l’ambiente al caldo ed evitare che l’hennè possa seccare. Per tonalità calde, sono sufficienti pose di 2 o 3 ore; per tonalità fredde si prediligono pose più lunghe, anche notturne se possibile.

Al termine della posa, si deve procedere al risciacquo con acqua per eliminare tutti i residui, possibilmente evitando shampoo; si può usare balsamo in quanto l’hennè tende a seccare leggermente i capelli, e, per finire, effettuare un risciacquo acido, utilzzando sostanze acide come l’aceto di mele (un cucchiaio in un litro di acqua fredda) per ripristinare il pH di cute e capelli dopo il lavaggio e chiudere le squame, e fissare maggiormente il colore.

Si procede quindi all’asciugatura e bisogna ricordarsi di evitare di lavarsi nuovamente i capelli per i 2-3 giorni successivi, in quanto il rilascio di colore continuerà sul capello e raggiungerà la tonalità definitiva solo dopo questo arco di tempo.

Per ottenere un colore più deciso, si potrà ripetere il trattamento per più volte, anche a distanza di una settimana l’una dall’altra, attuando così la tecnica della stratificazione.

Altre erbe tintorie

Se si vogliono ottenere diverse tonalità di rosso, è possibile miscelare l’hennè in fase di preparazione con altre erbe tintorie, ricordandosi che queste, però, non si legheranno al capello in modo permanente come l’hennè; le nostre miscele coloranti, quindi, devono sempre contenere una parte di lawsonia. Le percentuali utilizzate dipenderanno dal risultato che vogliamo ottenere: bisognerà sperimentare! (Per maggiori approfondimenti, si consiglia di visionare il sito www.passionehenne.com).

Tra le erbe maggiormente adoperate ci sono:

  • Indigo (Indigofera tinctoria) per ottenere un colore più scuro, che, a seconda delle percentuali, può variare dal rosso mogano al nero con riflessi bluastri. E’ fortemente sconsigliato usare solo indigo su capelli bianchi/biondi, in quanto tende a dare una colorazione bluastra/verdastra. Per coprire i bianchi, deve essere usata la tecnica del doppio passaggio, che consiste nell’usare prima lawsonia che darà un riflesso aranciato e dopo la miscela prescelta ( lawsonia + indigo o i mix già pronti).
  • Robbia o Manjistha (Rubia tinctorum o cordifolia), che ci permette di rafforzare sia il tono freddo che il tono caldo, in base al pH della miscela: per toni caldi ramati si predilige un ambiente acido (aggiungendo sostanze acidificanti come succo di limone), mentre per tonalità fredde ciliegia si potranno aggiungere sostanze alcalinizzanti (come bicarbonato).
  • Ibisco o Karkadè (Hibiscus sabdariffa), utilizzabile sia come polvere dei fiori che come infuso, tinge di rosa ed unito alla lawsonia rafforza il tono freddo. La polvere, però, è di per sé acida, e l’ambiente acido è nemico del tono freddo. Per questo motivo, in fase di preparazione, sarà fondamentale non far venire a contatto direttamente l’ibisco con il bicarbonato (se lo si sta usando con la lawsonia per ottenere il rosso freddo), preparandolo separatamente con acqua  e aggiungendolo solo in un secondo momento alla miscela lawsonia+bicarbonato. Il contatto diretto dell’ibisco con il bicarbonato, infatti, farà ottenere una tonalità di colore molto più scuro, tendente al nero-blu.
  • Alcanna (Alkanna tinctoria), anche in questo caso, il riflesso che andremo ad ottenere dipenderà dal pH: in ambiente acido darà una colorazione rosso vivo, in ambiente basico sui toni del viola.
  • Katam (Buxus dioica), polvere che rilascia un colore molto intenso, bruno, con riflessi melanzana (accentuati se preparato con  un pizzico di bicarbonato) se applicato sui castani/rossi. Utilizzabile anche per smorzare i riflessi bluastri quando miscelato con indigo.
  • Mallo di noce (Juglans regia), tinge di marrone, viene spesso unito alla lawsonia e alla cassia per rafforzare il color castano e smorzare il rosso dell’hennè.
  • Red Kamala (Mallotus philippensis), se unito alla lawsonia ne accentua il riflesso freddo.
  • Miscele per capelli biondi: in commercio presenti come “hennè biondo”, non sono in grado di schiarire i capelli ma servono solo per rafforzare e ravvivare il biondo di partenza, agendo come un riflessante naturale. Contengono principalmente erbe come cassia, camomilla, rabarbaro, curcuma e lawsonia in minima parte, spesso unite a polveri della tradizione ayurvedica indiana.

Altre considerazioni da fare sull’uso delle erbe usate per tingere i capelli riguardano la compatibilità con le tinte chimiche e decolorazioni. In genere, si sconsiglia di applicare hennè su capelli precedentemente decolorati/tinti, in quanto, se il prodotto non è puro al 100% si potrebbero avere colorazioni indesiderate, con riflessi tendenti al verde.

Importante è, quindi, accertarsi sempre di usare solamente polveri di cui è nota la purezza e la provenienza, con le quali ci si può divertire a sperimentare varie miscele per ottenere diversi risultati. I nostri capelli ci ringrazieranno!