Cosa fa un podologo

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La podologia è una branca dell’ortopedia che si occupa nello specifico delle alterazioni funzionali e anatomiche dei piedi.

Attualmente la podologia è considerata una disciplina paramedica e agisce spesso su prescrizione medica. Il podologo è colui che pratica la podologia e si occupa dei piedi con metodi incruenti, idro massoterapici e si occupa delle operazioni di prevenzione e medicazione del piede. La podologia è una professione sanitaria riabilitativa riconosciuta dal Ministero della sanità.

Un po’ di storia della podologia

Sin dall’antichità si considera la cura dei piedi una attività fondamentale, la podologia ha infatti radici molto antiche: sono stati ritrovati dei bassorilievi dell’antico Egitto che testimoniano l’esistenza di figure professionali che si dedicavano alla cura degli arti superiori e inferiori, questo intorno al 2400 a. C.. Ippocrate, famoso medico della Grecia antica, ci ha lasciato dei saggi che analizzano e studiano la formazione dei calli. A lui si deve l’invenzione e la realizzazione dei primi strumenti per la cura dei calli. Il loro nome però si deve ad Aulus Cornelius Celsus, filosofo e scienziato romano. Paolo d’Egina fu un vero e proprio studioso dei calli tanto che fu il primo a usare la pietra pomice e ad individuare il corretto metodo per rimuoverli, oltre ad elaborare una definizione accurata dei calli. Il lavoro di podologo veniva considerato una professione di secondo rilievo ma nel 1895 venne fondata la prima associazione del settore a New York e nel 1911 venne aperta la prima scuola in podologia. La prima scuola di specializzazione venne istituita a Londra a partire dal 1917 mentre diverse associazioni di professionisti del settore cominciavano a costituirsi in ogni angolo del mondo.

Di cosa si occupa il podologo

Il mestiere del podologo è una professione sanitaria riabilitativa riconosciuta dal Ministero della sanità. Il podologo si occupa in particolare delle affezioni epidermiche per quanto riguarda gli arti inferiori.

Le tecniche curative utilizzate dal podologo sono generalmente metodi incruenti, ortesici (comprendono i trattamenti volti al miglioramento dell’allineamento e/o della posizione della parte trattata) e idromassoterapici (sfrutta le potenzialità dell’acqua come terapia efficace per il recupero dopo traumi e lesioni).

I diversi trattamenti sono finalizzati al mantenimento funzionale dei piedi ma la professione del podologo non riguarda solo il recupero ma anche la prevenzione di complicanze che potrebbero insorgere in relazione ad altre patologie quali il diabete o vasculopatie o remautologiche. Il podologo valuta la morfologia del piede e la sua funzionalità, sia in statica che in azione dinamica, con tecniche strumentali per esami di podoscopia e baropodometria e si può avvalere di strumenti medici non invasivi.

Il podologo inoltre si occupa delle alterazioni della postura, con un eventuale master universitario. Ultima cosa, di certo non per importanza, è che il podologo collabora con altre figure mediche e professioni sanitarie per la gestione di pazienti affetti da patologie che richiedono un approccio multi disciplinare.

Percorso formativo di un podologo

In Italia per diventare podologi bisogna conseguire una laurea triennale in Podologia, corso di studi che fa parte della classe delle lauree delle professioni sanitarie della riabilitazione. Il corso di studi conferisce ai laureati la possibilità di operare la professione in totale autonomia.

In quali casi rivolgersi ad un podologo

Innanzitutto c’è da sottolineare il fatto che il podologo non è un estetista; è vero che si occupa delle callosità come fa anche chi cura la vostra pedicure ma l’approccio alla materia è totalmente diverso.

Ci sono diverse occasioni in cui è consigliato rivolgersi ad un podologo, oltre alle callosità e alle ipercheratosi, ci sono le onicopatie e le conseguenti lesioni, lo studio degli stati algici del piede in tutte le età, le deformazioni o le malformazioni. Andiamo ora a elencare i casi più comuni per i quali rivolgersi ad un esperto di podologia:

  • Callosità;
  • Ipercheratosi (comunemente detto occhio di pernice);
  • Rimozione delle verruche;
  • Esami micologici;
  • Esami per la riflessologia plantare;
  • Onicomicosi (problemi di funghi alle unghia);
  • Alluce valgo;
  • Onicopatie: onicocriptosi, onicopatie dismorfiche, onicopatie micotiche e distrofiche;
  • Riabilitazione attiva o passiva mediante plantari ortopedici e altri strumenti.