Cosa è la Cupping Therapy, benefici ed effetti collaterali della coppettazione

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Sono sempre di più al giorno d’oggi le persone che ricorrono a pratiche di medicina alternativa per raggiungere e mantenere uno stato di benessere. Una delle tecniche che ha attirato maggiormente la curiosità della gente negli ultimi anni è la cosiddetta coppettazione o “cupping therapy”, complice anche la visibilità fornita  da numerosi personaggi illustri che ne fanno uso.

Infatti, star di Hollywood (tra cui Jennifer Aniston e Gwyneth Paltrow), atleti del mondo dello sport (primo fra tutti, il nuotatore olimpico Michael Phelps) e star della musica (come Justin Bieber), fanno sempre più sfoggio di segni rossi tondeggianti simili a bruciature presenti su varie parti del loro corpo, rimasti proprio dopo aver effettuato il trattamento della coppettazione. In breve, essa consiste nel collocare per qualche minuto delle particolari “coppette” sulla pelle del paziente, aspirandola grazie all’effetto vuoto che si riesce a creare con varie metodiche. Agendo come una ventosa, si riattiva la circolazione linfatica e sanguigna e, in questo modo, si riscontrerebbero effetti benefici su parti del corpo gonfie e doloranti, nel trattamento di sintomatologie dolorose causate dal freddo, dall’umidità o da eventi traumatici, ma anche il miglioramento di problematiche estetiche come la cellulite.

Tali benefici sono reali o si tratta solamente di suggestione e, quindi, di effetto placebo? E’ una pratica tutto sommato sicura e indolore o ci sono effetti collaterali? Approfondiamone vari aspetti.

Origini della Cupping Therapy e diffusione nella tradizione cinese

Sebbene sia diventata sempre più diffusa e praticata in Occidente soltanto nell’ultimo decennio, la cupping therapy è in realtà una pratica di medicina alternativa molto antica, che fonda le sue origini nella medicina tradizionale cinese.

Secondo alcune fonti, già nel 3000 a.C era conosciuta e adoperata una tecnica paragonabile alla coppettazione. Altre pratiche simili diffuse tra i popoli del Sahara sono descritte nel Papiro Ebers del 1550 a.C, uno tra i testi medici antichi più conosciuti.

Nell’antica Grecia, Ippocrate, considerato il padre della medicina, usava la coppettazione nel trattamento di malattie interne.

Fonti ne descrivono l’uso anche da parte del profeta arabo Maometto. Nei secoli successivi, la coppettazione ha preso piede tra i popoli asiatici e del mondo occidentale, come dimostrano numerosi scritti. Inoltre, la tecnica della coppettazione viene citata anche nella letteratura moderna, in particolar modo da George Orwell nel suo saggio “Come muoiono i poveri” del 1946.

Comunque, le descrizioni più dettagliate della cupping therapy provengono dalla Cina, spesso utilizzata nelle corti imperiali da personale di alto rango. Le più antiche fonti cinesi risalenti a circa 3000 anni fa, documentano l’uso della coppettazione per curare la tubercolosi polmonare. Anche il noto taoista Ge Hong (281-341 d.C.), esperto di erbe medicinali e alchimia, ha descritto le tecniche della coppettazione nel suo libro, Manuale di prescrizioni per le emergenze. In esso, cita l’uso di corna di animali come coppe utili a prosciugare il pus dalle vescicole, chiamando tale tecnica “jiaofa” (tecnica del corno). Le corna di animali sono state usate anche da altri professionisti per consentire l’aspirazione della pelle sui punti meridiani del paziente.

Libri come “Segreti medici di un ufficiale di frontiera” della dinastia Tang (618-907 d.C.) descrivono l’uso della coppettazione del fuoco per alleviare mal di testa, dolori addominali e vertigini nei pazienti. Spesso, la coppettazione è stata utilizzata in aggiunta ad altre tecniche di guarigione come l’agopuntura e la moxibustione. Questi tre metodi insieme erano più ampiamente usati durante il regno Tang.  La cupping therapy, infatti, agisce su zone riflesse che spesso sono proprio le stesse utilizzate in agopuntura, per ricercare la guarigione del corpo, ritrovando equilibrio e armonia tra i vari organi e tessuti.

Ulteriori documenti sull’uso della coppettazione risalgono al periodo della dinastia Qing (1644-1911 d. C.),  tra cui ricordiamo  “Supplemento al compendio della Materia Medica”  di Zhao Xuemin. Le terapie di coppettazione conosciute con il nome di “huoquan qi” usavano tazze calde fatte di ceramica o di bambù che venivano prima bollite in una soluzione ricca di erbe e successivamente usate sulla pelle. Di conseguenza, questi metodi erano anche chiamati “coppettazione umida” o “liquida”. Le tazze venivano talvolta utilizzate su aree che erano trafitte da aghi per agopuntura. Una vasta gamma di disturbi venivano curati ed alleviati usando queste tecniche, come il comune raffreddore, il dolore addominale, i nervi e i muscoli contratti e l’artralgia, così come anche malattie causate dal freddo, dall’umidità e dal vento.

Nei tempi moderni sono state condotte numerose ricerche approfondite per testare l’efficacia della tecnica. Questi studi vengono eseguiti principalmente da istituti di medicina tradizionale cinese (MTC) e sono finanziati dal governo. La coppettazione che viene praticata al giorno d’oggi  in Cina e nel mondo occidentale  ricorre alle stesse tecniche che si usavano in passato, ma si preferisce adoperare principalmente coppette di vetro e plastica.

Come si esegue

Dal punto di vista pratico, la cupping therapy consiste nel posizionare delle coppette di circa 5 cm di diametro su precise zone del corpo, che devono essere prive di peli e senza ferite o escoriazioni, creando un effetto vuoto al loro interno e determinando una aspirazione della pelle sottostante. Tale effetto aspirante richiama il sangue in quel preciso punto (si determina, cioè, iperemia in loco), riattivando la circolazione e permettendo l’eliminazione dei ristagni di tossine nel corpo. In questo modo, si otterrebbe un effetto antinfiammatorio, utile a sciogliere anche muscoli contratti e doloranti, riequilibrando l’armonia perduta di tutto l’organismo e promuovendone la guarigione. I punti in cui sono applicate le coppette spesso coincidono con quelli utilizzati in un’altra pratica della medicina tradizionale cinese, l’agopuntura. Queste particolari zone sono dette meridiani e si dividono in 12 “principali” e 8 “collaterali”, e nell’insieme costituiscono la rete di collegamento attraverso cui scorre l’energia vitale e sui quali si può intervenire per raggiungere uno stato di equilibrio di energie, perduto in caso di alterazioni patologiche.  

Spesso, l’agopuntura e la coppettazione possono anche essere praticate in contemporanea, con  una tecnica detta ago-coppettazione, in cui il terapista esegue prima l’agopuntura e successivamente colloca le coppette sopra l’ago. 
Le coppette possono essere fatte di vari materiali; quelle maggiormente adoperate sono di:

  • vetro
  • bamboo
  • terracotta
  • silicone

Le tazzine rimangono sulla pelle del paziente per un periodo di tempo variabile, tipicamente compreso tra i 5 e i 10 minuti  e mai oltre i 20 minuti. Dopo averle collocate, nella maggior parte dei casi le coppette vengono lasciate sempre nello stesso punto per tutta la durata della terapia (coppettazione fissa), oppure fatte scorrere sulla cute in aree abbastanza estese, garantendo un effetto simile ad un  massaggio profondo (coppettazione in movimento). In questo ultimo caso, si prediligono coppette di silicone perché sono più morbide e flessibili ed è più semplice per il terapista spostarle in varie parti del corpo del paziente; per agevolarne lo scorrimento, è necessario ungere precedentemente la pelle utilizzando sostanze oleose (ad esempio, olio di cocco, di sesamo o di oliva). La coppettazione in movimento viene spesso utilizzata per trattamenti estetici, in particolar modo per migliorare gli inestetismi della cellulite. Con l’effetto vuoto e la trazione di muscoli e vasi, infatti, si riesce a riattivare la circolazione sanguigna e rimuovere i ristagni nei tessuti di tossine e liquidi in eccesso, garantendo un effetto di tonicità e un efficace rimodellamento del corpo. Si ricorre alla tecnica dello scorrimento-massaggio profondo anche nel trattamento di disturbi non solo fisici ma anche psichici, in particolar modo delle sindromi ansioso-depressiveL’effetto massaggiante delle coppette in movimento, infatti, induce nel paziente un profondo senso di rilassamento che permette di ottenere un sollievo da stress e tensioni emotive. In questo caso, si predilige applicare le coppette sui punti della branca esterna del Meridiano di Vescica, zona a cui corrisponde l’area psichica.

Per creare l’effetto ventosa e permettere alla coppetta di “tirare” verso di sé la cute, i vasi e i tessuti sottostanti vengono utilizzate diverse metodiche, vediamo insieme quelle principali.

Tecniche di coppettazione

Per ottenere il vuoto tra la coppetta e la pelle su cui essa viene applicata si ricorre principalmente a due tecniche:

  • coppettazione a freddo
  • coppettazione a caldo (“col fuoco”)

La tecnica a freddo è quella più moderna ma anche meno praticata, e consiste nell’ottenere un’ aspirazione dell’aria all’interno della coppetta in modo meccanico, ossia con un sistema particolare di valvole, regolando l’intensità dell’effetto ventosa a seconda delle esigenze. Le coppette, quindi, vengono applicate sulla pelle a freddo. Dopo aver individuato il punto di applicazione sul corpo del paziente, si collega la coppetta al sistema di aspirazione; si appoggia quindi la coppetta sulla cute, si aziona la leva dello strumento per aspirare l’aria presente all’interno della coppetta e si crea così il vuoto. La pelle e i tessuti sottostanti vengono “tirati” verso la coppetta e la risalita sarà tanto maggiore, quanto più si agisce sulla leva dello strumento.

Una volta che si è creato il vuoto dell’intensità desiderata, si scollega la coppetta dallo strumento di aspirazione e viene lasciata sulla cute per il tempo prestabilito.

La tecnica a caldo (anche detta col fuoco) è la più antica e quella maggiormente utilizzata. Essa prevede l’utilizzo del calore per creare l’effetto ventosa tra la coppetta e il punto di applicazione. Praticamente, prima di posizionare la coppetta, la si riscalda introducendo al suo interno, per alcuni decimi di secondo, un fiammifero acceso o un batuffolo di cotone bagnato di alcool etilico a cui viene dato fuoco, in modo da determinare un riscaldamento e successiva espansione dell’aria presente all’interno della coppetta. Allo spegnimento della fiamma, l’aria raffreddandosi e ri-contraendosi, genera una bassa pressione con un effetto di risucchio; in tal modo si permette la formazione del vuoto e la coppetta sarà dotata di effetto aspirante. A questo punto si procede, molto rapidamente, ad applicare la coppetta sulla cute. E’ fondamentale che la piccola fiamma rimanga nella coppetta solo per brevissimo tempo, sia per evitare possibili ustioni al paziente e sia per non rischiare di avere un effetto ventosa eccessivamente intenso, che provocherebbe troppo richiamo della cute all’interno della coppetta. E’ inoltre necessario non aspettare troppo prima di applicare la coppetta calda sulla cute, per non farla raffreddare eccessivamente e non far vanificare l’effetto di aspirazione necessario a garantire l’adesione sulla pelle. Il calore, quindi, è parte integrante del processo e senza di esso la tecnica di coppettazione non potrebbe realizzarsi.

Per entrambe le tecniche, bisogna porre molta attenzione a collocare la coppetta nel modo corretto, assicurandosi che essa sia perfettamente perpendicolare alla cute, per evitare che l’aria circostante penetri da bordi liberi, annullando così l’effetto aspirante.

Sia la coppettazione a caldo che quella a freddo fanno parte della cosiddetta coppettazione asciutta, in cui le coppette vengono lasciate sulla pelle per circa 3-5 minuti.

Di contro, esiste anche una coppettazione bagnata, anche detta a sanguinamento medicale controllato. In essa, le coppette vengono applicate sulla cute con un effetto vuoto moderato, lasciate in loco per un massimo di 3 minuti, in seguito sono rimosse e il terapista procede eseguendo sulla cute delle piccole incisioni con un bisturi sterilizzato, a cui seguirà una nuova sessione di coppettazione  direttamente sui tagli, per far fuoriuscire una minima quantità di sangue.

La coppettazione bagnata è una forma di salasso e viene utilizzata per rimuovere una piccola parte di sangue stagnante, espellere il calore e fornire sollievo dal dolore.

Possono essere necessari fino a dieci giorni affinché la pelle del paziente ritorni alla normalità dopo una sessione di terapia di coppettazione bagnata. È importante che la pelle venga perfettamente disinfettata sia prima che dopo una seduta di coppettazione, in modo da evitare qualsiasi rischio di infezione. Anche gli ambienti di esecuzione devono essere puliti e disinfettati. Tale tecnica è diffusissima in particolar modo nel mondo arabo ed è nota come Hijamah.

Numerose fonti ne confermano l’utilizzo anche da parte del profeta islamico Maometto.

Effetti collaterali

Il trattamento della coppettazione deve essere necessariamente eseguito da terapisti professionisti ed in centri specializzati. E’ altamente sconsigliato il fai da te. Ciononostante, anche mettendosi in mani esperte potrebbero verificarsi effetti avversi, che includono principalmente:

  • moderato senso di dolore o fastidio
  • bruciature dolorose dovute al riscaldamento delle coppette
  • vistose ecchimosi a seguito dell’effetto ventosa
  • infezioni cutanee

Il trattamento è altamente sconsigliato per pazienti che non godono di un buono stato di salute. Alcune ricerche affermano  che la coppettazione può essere addirittura dannosa, specie nelle persone che sono eccessivamente magre, asteniche, con pelle troppo flaccida o con ossa pronunciate, obesi o pazienti con malattie croniche degenerative. Secondo uno studio del 1997, la coppettazione causa l’espansione capillare, l’accumulazione eccessiva di liquidi nei tessuti e la rottura dei vasi sanguigni.

I benefici sono reali o si tratta solamente di suggestione?

La cupping therapy è una forma di medicina alternativa. Con questa espressione si fa riferimento ad un variegato sistema di pratiche a fini terapeutici che non fanno parte della medicina scientifica convenzionale, la cui efficacia non è stata ancora dimostrata o, se sono state sottoposte a verifica sperimentale, è stata ravvisata l’inefficacia. La medicina alternativa, quindi, viene relegata all’ambito delle pseudoscienze. Come tale, gli effetti benefici che si riscontrerebbero praticando la tecnica della coppettazione non sono fondati su basi scientificamente dimostrabili. Secondo i principi della cupping therapy, effetti benefici si otterrebbero nel trattamento del dolore e del gonfiore, dei tessuti  muscolari profondi e del tessuto connettivo.

In particolar modo, la British Cupping Society afferma che tale tecnica è utile per trattare casi di

  • disturbi del sangue come anemia ed emofilia
  • malattie reumatiche come l’artrite e la fibromialgia
  • fertilità e disturbi ginecologici
  • problemi di pelle come eczema e acne
  • alta pressione sanguigna
  • emicrania
  • ansia e depressione
  • congestione bronchiale causata da allergie e asma
  • vene varicose

Ad oggi, però, non ci sono prove scientifiche per affermare questo con certezza. In un saggio del 2008 (Aghi, pozioni e massaggi.

La verità sulla medicina alternativasi sostiene che non esistono evidenze scientifiche dei benefici della cupping therapy per nessuna condizione medica. Una review del 2011 ha messo in luce come si potrebbero avere moderati effetti benefici solamente nel trattamento del dolore. Secondo alcuni sostenitori della pratica, essa potrebbe portare un miglioramento a pazienti affetti da tumori, ma  lAmerican Cancer Society ha smentito tutto ciò, ribadendo che le prove scientifiche disponibili non supportano l’affermazione che la coppettazione presenti dei benefici per la salute e, inoltre, il trattamento non è esente da effetti collaterali.

I benefici riscontrati, quindi, non essendo supportati da prove scientifiche, rappresentato agli occhi della medicina tradizionale un semplice effetto placebo.