Come funzionano le assicurazioni sulla vita

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Prima di stipulare una qualunque assicurazione è bene informarsi sulla stessa e sulle sue implicazioni. Le assicurazioni sulla vita sono da anni in crescita, complice la difficile situazione economica italiana ed il forte aumento delle famiglie monoreddito.

Sono proprio i capofamiglia a stipulare assicurazioni sulla vita per garantire una maggiore stabilità qualora, malauguratamente, venisse a mancare il reddito principale (talvolta l’unico). L’assicurazione sulla vita è un’azione di tutela che viene sottoscritta per proteggere i propri cari. Andando più nel dettaglio, esistono diverse varianti dell’assicurazione sulla vita. Tali varianti hanno però in comune delle caratteristiche importanti: tutte le assicurazioni non sono pignorabili né sequestrabili e non rientrano nell’asse ereditario.

Le polizze sulla vita hanno una funzione previdenziale poiché permettono all’assicurato di costruirsi un capitale per il futuro (se ne avrà bisogno). Ma cosa si intende quando si parla di assicurazione sulla vita? Essa è un contratto che viene stipulato tra una compagnia assicurativa ed un privato; quest’ultimo ha l’obbligo di versare un premio che rappresenta il profitto che la compagnia ottiene per il rischio che è conseguente alla stipula del contratto.

La compagnia, dal canto suo, ha l’obbligo di dare all’assicurato un capitale o una rendita in cui devono essere compresi anche gli interessi maturati nel frattempo. Questo corrispettivo in denaro sarà versato dalla compagnia nel caso in cui si verifichino le situazioni che sono state previste nel contratto.

Le diverse tipologie di assicurazioni sulla vita

  • Polizza caso vita: il rischio vita è il rischio che si corre sopravvivendo. Questa non è una contraddizione in termini, per quanto possa sembrarlo, è infatti una tutela per delle eventuali spese future a cui non si saprebbe far fronte. Questa tipologia di polizza è spesso considerata una rendita vitalizia, messa accanto ad una pensione integrativa. Il premio che viene conservato anno dopo anno, più gli interessi maturati durante il periodo contrattuale, sono una rendita immediata che in questo caso l’assicurazione inizierà a versare a partire dalla data di sottoscrizione del contratto. In caso contrario potrebbe invece essere differita, in particolare se l’assicurazione inizierà a versare la rendita in un periodo successivo rispetto alla sottoscrizione.
  • Polizza caso morte: questa tipologia di polizza prevede il pagamento di un capitale o di una rendita solo nel caso in cui l’assicurato morisse. Di questa particolare polizza ne traggono beneficio gli eredi, spesso è stipulata dal capofamiglia che vuole essere certo che anche dopo la sua dipartita i familiari potranno continuare con lo stesso tenore di vita o magari viene stipulata per estinguere un mutuo.
  • Polizza mista: questa tipologia racchiude le due precedenti, sia nel caso di sopravvivenza sia nel caso di morte dell’assicurato verrà versato il premio dell’assicurazione con gli interessi maturati.

Come si stipula un’assicurazione sulla vita

È possibile sottoscrivere l’assicurazione sia sulla propria vita sia su quella di un’altra persona, in questo secondo caso è obbligatorio per legge che l’assicurato sia informato dell’esistenza della polizza e che il contraente (che non corrisponde con l’assicurato) non debba trarre alcun beneficio al termine del contratto. Di solito accade che il beneficiario viene indicato alla stipula del contratto, ma può essere comunicato in un secondo momento o tramite testamento.

Nel caso in cui si volesse sostituire in una futura fase il beneficiario bisogna inviare una comunicazione scritta tramite raccomanda con ricevuta di ritorno. Quando viene stipulato un contratto di assicurazione sulla vita, all’interno di questo verranno inserite tutte le informazioni relative all’anagrafica del contraente e del beneficiario, al premio scelto, alla cifra del capitale e alla modalità di pagamento scelta. In più viene richiesta la compilazione di un questionario in cui verranno fornite indicazioni sullo stile di vita del contraente, sulle condizioni di salute, le abitudini quotidiane e professionali. La compagnia assicuratrice può anche richiedere degli accertamenti medici.

Il funzionamento del premio e la sua modalità di pagamento

Con il termine premio s’intende il compenso che viene versato dal contraente alla compagnia assicurativa. Può variare a seconda delle prestazioni richieste dal contratto, alla durata dello stesso e anche all’ammontare del capitale o rendita che si vuole garantire alla fine del contratto.

Il suo versamento può essere versato annualmente (premio ricorrente) o in un’unica soluzione alla stipula del contratto (premio unico). Ma esistono anche assicurazioni che prevedono premi unici ricorrenti, premi erogabili in maniera più flessibile con una frequenza mensile, trimestrale o semestrale, a scelta dal contraente. Questo caso prevede che il premio venga incrementato dell’addizionale di frazionamento.

È molto importante capire se il premio preventivato è inteso al lordo o al netto delle imposte, dei costi accessori e di eventuali caricamenti, onde evitare brutte sorprese. I versamenti del premio possono essere effettuati tramite bollettino postale, bonifico bancario, RID o con assegno non trasferibile. Sono normalmente non ammessi i pagamenti non rintracciabili, come quelli a mano o in contanti.

Il funzionamento della rendita e del capitale

La rendita o il capitale sono la somma che la compagnia assicurativa verserà al contraente nel caso in cui si verifichino le condizioni riportate sul contratto. La differenza tra le due risiede nella modalità in cui vengono date al beneficiario.

  • Il capitale è la somma che ottiene il beneficiario in un’unica soluzione alla fine del contratto e nel rispetto delle sue condizioni;
  • La rendita assomiglia invece ad un vitalizio, che viene dato dall’assicurazione per un periodo di tempo previsto dal contratto oppure per tutta la vita del beneficiario.

Per scegliere tra le due soluzioni bisognerà tenere conto delle necessità economiche del contraente e dei motivi che stanno alla base del contratto. Bisogna anche considerare le condizioni fiscali, è previsto un diverso trattamento per chi ha una rendita rispetto a chi riceve un capitale.

Come si calcola il premio dell’assicurazione

Per calcolare il premio assicurativo vengono considerati diversi fattori:

  • età dell’assicurato;
  • capitale dell’assicurato;
  • condizioni di salute dell’assicurato;
  • durata delle polizze;
  • frazionamento del premio;
  • se è fumatore o meno.

Secondo questo schema di informazioni, è normale che una persona più giovane non fumatore e in buona salute pagherà di meno rispetto ad una persona più in là con gli anni e fumatore.

Come funziona l’assicurazione sulla vita

Normalmente chi sottoscrive una polizza contro il rischio di morte va a versare a una compagnia assicurativa una certa somma di denaro che varia in base al tipo di assicurazione scelta e tale importo è anche detto premio (come già detto).

In cambio del premio, la compagnia assicurativa si impegna a liquidare una certa somma di denaro nel caso in cui il titolare dell’assicurazione dovesse venire a mancare durante il periodo di validità di tale contratto.

Quindi converremo che l’assicurazione sulla vita è la scelta ideale per chi ha intenzione di tutelare il futuro dei propri cari nel caso in cui passi a miglior vita, ma prima di decidere di stipulare un accordo per l’acquisto di queste polizze è buona regola quella di prestare particolare attenzione a tutte le clausole dei contratti da stipulare.

Il contratto che viene stipulato con una compagnia assicurativa ha in sé tutte le informazioni che concernono la tipologia di polizza sulla vita scelta dal contribuente, con tutti i dati che concernono il contribuente ed il beneficiario:

  • la durata dell’assicurazione,
  • le specifiche circa l’entità del premio,
  • la modalità del pagamento scelta,
  • il capitale assicurato.

In più, durante la proposta di una polizza viene anche fornito un questionario che il contraente deve compilare e che contiene una serie di domande sul suo stile di vita, le sue abitudini, la sua attività, la presenza di malattie ed altre domande circa lo stato di salute e le attività sportive svolte. Per ultimo poi la compagnia di assicurazione richiede a colui che si sottoscrive all’assicurazione di essere sottoposto ad una visita medica perché vengano dettagliatamente valutate le sue condizioni di salute.

Dunque prima di stipulare un contratto di polizza sulla vita è necessario comprendere a fondo come quest’ultima funzioni. Innanzitutto bisogna affermare che l’assicurazione sulla vita è un contratto che viene concordato fra:

  • colui che viene assicurato, il contraente;
  • il beneficiario, colui che riscatterà l’eventuale premio;
  • la compagnia assicurativa alla quale ci si rivolge.

La compagnia si impegna a corrispondere al beneficiario un certo capitale di denaro o una rendita comprensiva degli interessi che vengono maturati. Ed è proprio la compagnia assicurativa quella che è tenuta a versare la liquidazione al beneficiario, ma ciò avviene solo se si verificano con esattezza le condizioni previste nel contratto per il beneficiario.

La polizza sulla vita, dunque, può essere sviluppata su due possibili binari: quello in caso di morte dell’assicurato o in caso di vita di quest’ultimo. Ma che differenza c’è tra queste assicurazioni e qual è il susseguirsi degli eventi che deve verificarsi perché il beneficiario possa avere la somma concordata nel contratto? Vediamolo più da vicino.

La polizza in caso di morte: come funziona

Generalmente si tratta del tipo di assicurazione sulla vita più conosciuto di tutti e stabilisce che in caso di morte di colui che viene assicurato un certo importo di denaro sarà versato ad uno o più beneficiari.

Esistono quindi due sottotipi di polizze caso morte, vediamo quali:

  • polizze vita caso morte temporanee: per questo tipo di assicurazione si prevede un deposito di un capitale nel caso in cui l’assicurato dovesse passare a miglior vita mentre l’assicurazione è ancora in corso;
  • polizze vita caso morte a vita intera: questo tipo di polizza invece viene versata dopo la morte del contraente e sono slegate dall’eventualità di quando avvenga la morte di quest’ultimo.

Questo tipo di assicurazione è ad oggi quello più diffuso di tutte.

La polizza in caso di vita: cosa cambia

Sembrerà certamente strano da dire, ma esistono anche polizze che si attuano in caso di vita del contraente. Ma secondo quali termini? E cosa si intende? Il rischio vita, se così si può definire, è quello che si corre sopravvivendo ed andando incontro a spese che senza una somma di denaro importante non potrebbero essere gestite. In questo caso, dunque, le assicurazioni sulla vita sono spesso abbinate ad una pensione integrativa che costituisca quindi un reddito vitalizio.

Il premio che consisterà di tutti gli interessi maturati durante il periodo di contratto potrà quindi dare il via o a una rendita immediata (in questo caso dunque l’assicurazione dovrà iniziare a versare la rendita partendo dal momento in cui è stato stipulato il contratto) o differita (la data di percezione della rendita, posteriore alla sottoscrizione verrà stabilita per contratto e rispettata dalla compagnia assicurativa).

Polizza sulla vita mista: più nel dettaglio

La polizza mista è l’assicurazione sulla vita che coniuga il rischio di morte e di vita, rendendo così accessibile una certa somma di denaro in entrambe le eventualità, quindi sia che il contribuente sia colpito da morte prematura e sia che quest’ultimo sopravviva al contratto.

A quali clausole bisogna porre attenzione

Quando si stipula un contratto per l’assicurazione sulla vita è importante consultare con molta attenzione le clausole del contratto, perché capita spesso che la compagnia dell’assicurato possa rifiutarsi di pagare il risarcimento nel caso la morte dell’assicurato avvenga in determinate circostanze, come ad esempio in caso di sport estremi, o ancora in caso di morte per incidente dovuto a gare automobilistiche, competizioni con sci o affini, attività come il bungee jumping o in caso di suicidio o in circostanze come comportamenti negligenti, quali guida in stato d’ebbrezza o sprovvisti di patente.

Quindi l’unica cosa da fare in questi casi è quella di premunirsi e sapere di dover analizzare attentamente tutti i tipi di morte che vengono citati o evitati nella polizza. Alcune assicurazioni sulla vita infatti non comprendono neanche la morte in caso in cui il contraente svolga un tipo di lavoro a rischio.

Conclusioni

Le assicurazioni sulla vita sono indubbiamente un business molto ampio e redditizio, anche in tempi di crisi economica ci sono cose su cui i consumatori non risparmieranno mai, come la tutela per i propri familiari. D’altro canto bisogna sperare di non averne bisogno mai, o almeno di non riscattare una polizza caso morte.